La Polonia richiama l’ambasciatore a Budapest dopo che l’Ungheria ha concesso asilo politico all’ex ministro polacco Romanowski.
La Polonia ha deciso di richiamare il proprio ambasciatore a Budapest a tempo indeterminato, una mossa che segna un punto di rottura nelle relazioni tra i due Paesi. La decisione arriva dopo che l’Ungheria ha concesso asilo politico a Marcin Romanowski, ex ministro della Giustizia polacco e attuale deputato del partito Legge e Giustizia (PiS). Romanowski è ricercato in Polonia con l’accusa di corruzione e utilizzo improprio di fondi pubblici, reati che avrebbe commesso durante il suo mandato ministeriale.
Le autorità ungheresi hanno ignorato un mandato d’arresto europeo spiccato dalla Polonia, dichiarando che l’asilo politico è stato concesso in base alla valutazione di “rischi per l’integrità personale e politica” di Romanowski. Questa decisione è stata definita “offensiva” dal Ministero degli Esteri polacco, che ha interpretato l’atto come una grave mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni polacche.
Romanowski e il mandato d’arresto europeo
La vicenda ha avuto inizio quando un tribunale polacco ha autorizzato la richiesta di porre Marcin Romanowski in custodia cautelare. La polizia polacca, dopo una serie di tentativi infruttuosi di localizzarlo, ha emesso un mandato d’arresto europeo, ipotizzando che il deputato fosse fuggito all’estero. Gli occhi si sono immediatamente rivolti all’Ungheria, Paese noto per la sua storica vicinanza politica al partito PiS.
Il primo ministro polacco Donald Tusk ha tentato di prevenire la crisi diplomatica, ammonendo pubblicamente Budapest di evitare “decisioni bizzarre” che potessero minare il rispetto delle leggi europee. Tuttavia, l’Ungheria, guidata da Viktor Orbán, ha scelto di sfidare apertamente le autorità polacche.
Tensioni crescenti nell’Unione Europea
Questa disputa tra Polonia e Ungheria evidenzia una crescente spaccatura all’interno dell’Unione Europea. Dove i rapporti tra i due Paesi, storicamente alleati, sembrano ora vacillare. La decisione polacca di richiamare il proprio ambasciatore rappresenta un segnale forte, mentre si attendono ulteriori sviluppi sul caso Romanowski e sulle sue implicazioni diplomatiche.
La vicenda mette in luce le difficoltà di mantenere un equilibrio tra le leggi nazionali e i principi europei. Una sfida che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine per entrambi i Paesi.